
Alessandro Pipolo
Infermiere
Terapia Intensiva Neonatale, Ospedale Fatebenefratelli – Napoli
I neonati sono gli unici a possedere l’intrinseca capacità di avviare la produzione di latte materno in maniera abbondante e costante nel tempo. Un istinto primordiale, un bisogno primigenio: è biologia, è la grandezza della natura. Per dare modo al neonato di esprimere a pieno la potenza di questa virtù è necessaria una relazione continua tra madre e figlio, una diade che non deve essere separata, soprattutto nelle primissime ore dal parto. Purtroppo, questa condizione non può essere rispettata nel caso di un parto prematuro, successivamente al quale, la necessita di stabilizzazione e di cure intensive, portano il neonato alla separazione immediata dalla madre e ad un lungo periodo di permanenza in terapia intensiva.
La madre di un neonato ricoverato in queste unità sperimenta stati d’animo contrastanti che, generalmente, si esprimono da un lato con un senso di colpa per non aver portato a termine la gravidanza e la disintegrazione delle sue aspettative, dall’altro con la voglia di superare i sentimenti di inadeguatezza e poter fare davvero qualcosa di utile per il suo bambino. Estrarre e offrire il proprio latte, oltre a tutti i molteplici benefici che questo prezioso alimento dona, può sicuramente aiutare le mamme a superare questi sentimenti e a sentirsi parte integrante dell’assistenza e del benessere del proprio neonato. Tuttavia, anche in questo caso vi sono dei limiti: le madri dipendenti esclusivamente dal tiralatte spesso vanno incontro ad una produzione insufficiente di latte che nelle prime 6 settimane postpartum è la causa più comune dell’interruzione dell’allattamento. Questo fenomeno risulta 2,8 volte più frequente nelle madri di neonati prematuri rispetto a quelle di neonati a termine. Inoltre, si è osservato che la produzione media di latte nelle madri di neonati prematuri tende a diminuire dopo 2-3 settimane, con un ulteriore calo nelle 3 settimane successive, restando costantemente inferiore rispetto a quella delle madri di neonati a termine. Questo succede perché il tiralatte, per quanto possa dare un’ottima stimolazione, non può sostituire tutto il pattern sensoriale ed emotivo fatto di odori, suoni, contatto pelle a pelle, stimoli visivi e amore, tutti elementi fondamentali affinché si attivi la cascata ormonale che porta a processi di lattogenesi, alla montata e alla successiva calibrazione del latte materno. Risulta cruciale, quindi, fare in modo che vi sia il mantenimento di una traiettoria ascendente e costante della produzione di latte nel tempo, in particolare nei casi in cui vi è una condizione di separazione madre/neonato obbligata per ragioni clinico-assistenziali.
Per poter dare una migliore risposta al problema, per anni l’attenzione della comunità scientifica è stata indirizzata principalmente a intervenire soprattutto su:
a) fattori intrinseci: età e condizioni materne, problemi perinatali, ecc;
b) fattori estrinseci o modificabili: tempo trascorso tra il parto e la prima estrazione, la durata dell’uso del tiralatte e la frequenza/intervallo tra le sessioni (anche in relazione ai tempi di sonno della madre);
c) fattori tecnici: tiralatte elettrico vs manuale, variazione dei programmi di utilizzo, design costruttivi e modelli di aspirazione. Ecc.
I fattori estrinseci e quelli tecnici sembrano essere quelli maggiormente capaci di influenzare la produzione di latte. Recenti studi, infatti, contemplano l’utilizzo di tecniche manuali associate all’utilizzo del tiralatte, ovvero una combinazione di pressione di aspirazione alternata a spremitura manuale del seno. Questa modalità, definita complessivamente Hands-On Pumping (o tecnica HOP) può promuovere una maggiore quantità di latte rispetto alla sola aspirazione. In altri termini, il tiralatte può essere molto più efficace, se combinato con il massaggio del seno e la spremitura manuale, soprattutto nelle prime ore dal parto.
Uno studio (Morton et al, 2009) ha dimostrato che le madri di neonati prematuri che hanno utilizzato il metodo HOP hanno aumentato la produzione di latte fino al 48%. Inoltre, il latte estratto presenta un contenuto di grassi più elevato, a beneficio di un migliore processo neuro evolutivo.
Come fare Hands On Pumping
Prima di iniziare l’estrazione, la Leche League suggerisce di creare il setting ottimale agendo sull’ambiente che accoglie la mamma: luci basse e soffuse, una sedia comoda, assenza di rumore, temperatura ambientale confortevole e musica rilassante. In altre parole occorre pensare di far vivere alla mamma, il momento della spremitura, come un “appuntamento romantico” così da favorire una maggiore produzione di ossitocina, fattore determinante per la produzione di latte. Anche tenere il bambino accanto, guardarlo, pensare a lui, o semplicemente tenere una coperta con il suo odore, può avere una potente azione stimolante.
Dopo l’ambiente fisico intorno alla mamma, lo step successivo riguarda l’impostazione del tiralatte per il quale si raccomanda un livello e una forza di aspirazione che non deve mai superare il massimo confortevole. Contemporaneamente all’azione del tiralatte, il seno viene massaggiato con piccoli movimenti circolari per individuare zone di rigidità e favorire la canalizzazione del flusso del latte. Non sembra necessario fare lunghe sessioni di spremitura e quando il flusso diminuisce e la quantità si riduce a poche gocce, sarebbe indicato interrompere l’azione del tiralatte e massaggiare nuovamente i seni per uno o due minuti. Se necessario, si riavvia il tiralatte fin quando i seni si percepiscono completamente svuotati. L’aumento della produzione di latte deriva quindi da uno svuotamento più efficace del seno, piuttosto che dall’aumento della frequenza o della durata delle sessioni di estrazione con il solo tiralatte.
In conclusione, sebbene la disponibilità e l’uso di tiralatte di alta qualità siano elementi importanti, affidarsi esclusivamente ad esso, senza considerare le tecniche manuali e sensoriali finora descritte, può compromettere un ottimale produzione di latte in molte mamme.
- Morton, Jane & Hall, JY & Wong, Ronald & Thairu, Lucy & Benitz, William & Rhine, W. (2009). Combining hand techniques with electric pumping increases milk production in mothers of preterm infants. Journal of perinatology : official journal of the California Perinatal Association. 29. 757-64. 10.1038/jp.2009.87.
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