di Mattia Luciano – Referente Regionale SIN INF Piemonte e Val d’Aosta – Componente della Task Force SUPC della SIN

Il collasso postnatale (Sudden Unexpected Postnatal Collapse – SUPC) è un evento improvviso e inaspettato, molto raro (circa 1 neonato ogni 10.000 nati), che si può verificare nella prima settimana di vita (in particolare nelle prime due ore di vita) in neonati apparentemente sani, nati a termine o quasi a termine di gravidanza (età gestazionale >35 settimane), senza sofferenza alla nascita. Si tratta di un’improvvisa compromissione cardiocircolatoria e respiratoria, che richiede manovre di rianimazione e può esitare in cure intensive neonatali ed encefalopatia o morte.

I principali fattori di rischio evidenziati sono relativi alle condizioni materne (stanchezza e sedazione), alle modalità di accudimento (condivisione del letto tra madre e neonato durante il sonno, posizioni “potenzialmente asfissianti” del neonato), a limitata sorveglianza del neonato da parte della madre, del padre, di altri familiari o dei professionisti sanitari.

Non va dimenticato che attualmente c’è un ampio consenso sui benefici dell’interazione madre-neonato nell’immediato postparto, che viene facilitata dal contatto “pelle a pelle” precoce e continuo (skin to skin contact o SSC).

Questo periodo “sensibile” è alla base dello sviluppo di un legame intimo e profondo di attaccamento madre-neonato e facilita la transizione alla vita extrauterina. Inoltre, è ampiamente riconosciuto il beneficio di tale pratica nell’avviare un precoce e duraturo allattamento al seno di cui è nota la positiva, preziosa e inimitabile influenza biologica ed emotiva sulla salute delle madri e dei bambini, per meglio garantire la normalità di crescita e sviluppo del lattante (Moore 2016; OMS/UNICEF 1989).

L’impostazione attuale dell’assistenza rivolta al neonato, basata sulle pratiche dello SSC, il rooming-in e l’allattamento al seno precoce, esclusivo e a richiesta, deve essere assecondata e sostenuta garantendo un elevato standard di sicurezza senza interferire con le indicazioni atte ad assicurare alla diade madre-neonato il fondamentale contatto fisico ed emotivo.

È necessario che gli interventi da attuare in ogni contesto assistenziale siano relativi sia all’aspetto della comunicazione (discutendo con i genitori sulle modalità di accudimento del neonato nei corsi di accompagnamento alla nascita e durante il ricovero per il parto), sia all’applicazione di protocolli di gestione e di sorveglianza (fornendo ai genitori informazioni sull’organizzazione della Sala Parto e del Rooming-in, sul ruolo di supporto e sorveglianza fornito dal personale sanitario e sull’importanza della partecipazione dei genitori per rendere più sicura la gestione precoce del neonato).

Estremamente importante, per quanto riguarda la gestione e la sorveglianza, è il ruolo dei professionisti sanitari, adeguatamente formati, che devono garantire un sistema di controlli della diade madre-neonato, volti a identificare lo stato di benessere del piccolo, della madre e a correggere comportamenti a rischio. Infatti:

  • NEI PRIMI 10-15 MIN DI VITA DEL NEONATO

è necessario garantire una stretta sorveglianza del contatto madre-bambino al fine di confermare, sulla base delle condizioni del neonato, la scelta del contatto pelle a pelle nelle ore successive.

  • NELLE 2 ORE SUCCESSIVE DI VITA DEL NEONATO

la sorveglianza sarà condotta con una frequenza adeguata e compatibile con il contesto specifico, controllando la corretta posizione del bambino sul torace/addome materno.

In qualunque momento le condizioni non ottimali della madre o le condizioni organizzative non consentano di effettuare il contatto pelle a pelle in sicurezza, va considerata la possibilità di interromperlo e di mettere in atto alternative temporanee, come porre il neonato in posizione supina in culla accanto alla madre o coinvolgere il caregiver. In questi casi risulta ancora più importante il ruolo di personale sanitario del punto nascita, che deve avere una formazione specifica ed essere in grado di sorvegliare e supportare la relazione tra la mamma e il suo neonato.

All’interno del documento, inoltre, sono evidenziate le responsabilità dei coordinatori Infermieristici ed ostetrici sia in sala parto che durante il rooming-in. In particolare, i coordinatori devono garantire:

  • La formazione del personale
  • L’applicazione dei protocolli aziendali specifici
  • Il controllo della compilazione delle schede di sorveglianza periodica (presenti come modello anche tra gli allegati del documento 1A e 1B)

Saranno previsti, inoltre, tra gli interventi di comunicazione, un opuscolo informativo da distribuire alle madri già nel corso della gravidanza ed un poster da affiggere negli spazi assistenziali frequentati dalle gravide o dalle puerpere.

Ai professionisti che si occupano della salute delle mamme e dei loro neonati spetta un ruolo chiave nella prevenzione del SUPC, ma è opportuno che i genitori siano consapevoli di questo fenomeno in modo da correggere in modo autonomo alcuni dei fattori di rischio sopra indicati, collaborando attivamente con il personale sanitario.

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DOCUMENTO SUPC SIN 2023