I neonati ricoverati in TIN sono tra i pazienti a più alta intensità di cure infermieristiche e richiedono competenze professionali sempre più specifiche e qualificate. Oltre ad un’ottima conoscenza degli aspetti anatomo-fisiologici di questa particolare età, all’infermiere è richiesta un’attitudine ad assumere valutazioni cliniche complesse e capacità decisionale in condizioni di criticità, l’utilizzo di tecnologie avanzate e capacità di comunicazione e supporto ai genitori. Nel loro insieme queste caratteristiche determinano una maggiore appropriatezza e una maggiore qualità dell’assistenza erogata contribuendo a ridurre morbilità e mortalità neonatale.

I carichi di lavoro (spesso associato al rapporto numerico infermiere/neonati), la carenza di formazione professionale avanzata e i modelli organizzativi presenti in TIN sono tutti fattori che incidono pesantemente sulla qualità delle cure erogate. Ciò è vero soprattutto se siamo in presenza di un ambiente di lavoro psicosociale favorente che agisce sullo stato di soddisfazione professionale e quindi sullo stress lavorativo.

Sono pochi gli studi su questo tema ma sembra emergere che la conoscenza approfondita dell’ambiente di lavoro psicosociale e del clima organizzativo nel quale operano gli infermieri (sia negli aspetti positivi che in quelli negativi) sia essenziale per migliorare le condizioni di lavoro e, di conseguenza, la qualità dell’assistenza erogata.

Il clima organizzativo non è da intendersi come un fattore unico capace di condizionare l’ambiente di lavoro psicosociale ma una sintesi di elementi che determinano l’impatto che la TIN ha sulla percezione dei professionisti. Clima organizzativo e soddisfazione sul lavoro sono, per definizione, concetti strettamente collegati (Thumin e Thumin, 2011) e, anche se non sufficientemente compreso, vi è un legame tra la qualità del clima organizzativo e i tassi di turnover del personale (Ehrhart e Kuenzi, 2017). In un ambiente con eccessivo turnover, la qualità dell’assistenza inevitabilmente diminuisce e contestualmente aumenta lo stress degli infermieri condizionando la “stabilità” dei team.

Secondo alcuni autori (Castle et al, 2006) il concetto di stabilità dei team di lavoro è una condizione correlata al turnover dei componenti: se un elevato turnover è dato dall’ingresso di nuovi assunti, il sistema mantiene la sua stabilità, se invece lo stesso turnover è legato a infermieri esperti che lasciano l’organizzazione (fenomeno molto frequente), il gruppo di lavoro è da considerarsi più instabile.

Nel maggio 2019, alcuni ricercatori hanno condotto un’interessante indagine nella TIN di un grande ospedale universitario in Svezia. L’obiettivo dello studio era descrivere il clima organizzativo vissuto dagli infermieri dell’unità, con particolare riferimento alle dinamiche interpersonali all’interno del gruppo. Il metodo utilizzato prevedeva un’intervista individuale con domande semi strutturate formulate da uno psicologo e da un’infermiera pediatrica con esperienza di lavoro in una TIN. Entrambi gli autori erano sconosciuti agli intervistati. Le domande vertevano su specifici aspetti dell’ambiente di lavoro psicosociale degli infermieri: la comunicazione, il carico di lavoro, le relazioni con i colleghi e altri professionisti, ecc. Il campione intervistato era composto da infermiere donne con un’anzianità di servizio in TIN da 6 mesi a 27 anni.

Sono emersi 4 principali aspetti di grande interesse che descrivono le peculiarità del clima organizzativo e le interazioni interpersonali tra gli infermieri dell’unità: l’elevato turnover del personale come fonte di stress e disagio, la ricerca di cameratismo tra piccoli gruppi di persone all’interno del team, l’atmosfera che si crea nel gruppo ed infine l’emergere di episodi socialmente scorretti vissuti dagli infermieri di nuova assunzione.

Puoi leggere lo studio completo qui >> https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/jonm.13650